Migliorare sulla chitarra: i due tipi fondamentali di progresso

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Immagina di cercare “migliorare sulla chitarra” nel tuo “Google interiore”.
Probabilmente hai le idee piuttosto chiare su cosa vuol dire.

Pensaci: quando si tratta di apprendere e migliorare sulla chitarra tendiamo a pensare che sia una cosa tutto sommato piuttosto facile, quantomeno da comprendere:

  • non so/non so fare qualcosa;
  • ci lavoro sopra (magari bene, magari con tutta la TurboPRATICA);
  • lo so/lo so fare.

Magari poi so bene che non è altrettanto facile da realizzare, per quello sono perfettamente consapevole di dovermi fare il mazzo senza pietà (se invece non hai chiarezza totale su questo, beh, direi che hai un grosso, grosso problema…), ma almeno lo schema-a-blocchi di cosa significa “migliorare sulla chitarra” è abbastanza chiaro, no?

Ecco, no.

 

I due tipi di progresso che puoi fare sulla chitarra

In realtà esistono almeno due tipi diversi di progresso che puoi fare sulla chitarra (e anche nel resto della vita, se è per questo. Ma qui ci interessa la chitarra e ci focalizziamo su quella…):

  1. un progresso “in avanti”;
  2. un progresso “in profondità”.

Quando torni alla domanda iniziale (immagina di cercare “migliorare sulla chitarra” nel tuo “Google interiore”), quasi certamente la tua idea di “progredire” o “imparare” era una cosa del primo tipo.

Che è assolutamente necessario, nessuno dice di no.

Ma se ti fermi a quello, beh, è un bel problema. Del resto sono piuttosto sicuro che ti sia capitato un mucchio di volte: hai studiato, hai dedicato tempo e energie per capire un concetto di teoria, per applicare una scala, per sviluppare una tecnica, per perfezionare una ritmica… e dopo qualche tempo, puff… punto e capo (o quasi).

È frustrante, dannazione.

 

Come migliorare sulla chitarra

Il punto è che ci sono due tipi di progresso, di miglioramento, sulla chitarra. E finché non hai le idee assolutamente chiare su questo è praticamente impossibile diventare davvero il Chitarrista che vorresti essere.

Per contro, quando questo diventa chiaro (e quando ne trai le conseguenze pratiche: cioè, ci dai dentro in maniera finalmente corretta: ultra-efficace e iper-efficiente, v. la TurboPRATICA), allora puoi arrivare dove vuoi.

Sul serio: a quel punto l’unico limite è la tua ambizione. Se sai perfettamente su cosa lavorare e come lavorarci, devi solo… farlo!

Quindi, per cominciare, vediamo quali sono questi due tipi di miglioramento.

 

1. Un Progresso “in Avanti”

Questo è il tipo di miglioramento più “eclatante”, e anche più facile da riconoscere.

Può succedere nello studio della Teoria Musicale (ma lo sai che non dovresti chiamarla così, vero?):

  • non sai cosa è una Dominante Secondaria;
  • ti metti a studiare e lo impari;
  • lo sai.

Oppure può succedere nello studio della Tecnica:

  • non riesci a suonare il Riff del Volo del Calabrone oltre i 120bpm;
  • fai pratica costante e regolare;
  • lo porti a 150bpm.

O sull’Improvvisazione:

  • nella modulazione tra DO maggiore e MIb maggiore ti blocchi;
  • pratichi con attenzione e dedizione;
  • riesci a improvvisarci in maniera fluida.

Insomma, in qualsiasi area della tua vita di chitarrista, il “Progresso in Avanti” è lì, probabilmente è esattamente quello che cerchi dalla tua pratica: sviluppare nuove capacità e nuove conoscenze, aggiungere possibilità alla tua tecnica e al tuo bagaglio.

È gratificante, è “facile” (di nuovo: magari non da ottenere, ché il culo devi fartelo comunque, eccome, ma almeno da concepire, da immaginare, da riconoscere).

Il problema è questo tipo di miglioramento, da solo, non basta.
Anzi, può diventare una vera e propria “trappola” che ti impedisce di diventare il Chitarrista che vorresti essere.

Sembra un paradosso, è controintuitivo. Ma è esattamente così.

 

2. Un Progresso “in Profondità”

Il progresso “in avanti” ha un enorme, gigantesco limite. Ti fa accumulare informazioni, conoscenze e capacità. Tutte cose indispensabili perché tu possa arrivare dove vuoi.

Ma… c’è un grosso “Ma”.

Se continui a imparare cose nuove, il rischio è quello dell’accumulo compulsivo: continui a mettere carne al fuoco, e è anche bello, ti dà la carica, ti entusiasma. Ma è un entusiasmo di fiato corto, che non regge al primo urto con la Realtà: appena ti toccherà provare quelle cose in un contesto reale… puff, niente, kaputt.

Il punto è che se vuoi fare un po’ il figo con gli amici con un po’ di tapping (ma vale per tutto il resto, chiaro), ok, un paio di tutorial su YouTube, due backing track e puoi cavartela. Se sei un minimo sfacciato, puoi anche fare la tua porca figura, caricare a tua volta un video dalla tua cameretta e ricavarne abbastanza “like” da gongolare il tuo ego per settimane.

Ma la verità è che niente di tutto è abbastanza consolidato per reggere l’impatto non dico con un live, ma manco con la sala prove.

Ogni nuovo concetto, ogni nuova tecnica, ogni nuova capacità ha bisogno di Tempo per poter essere Assimilato. Tanto, tanto tempo. E tanta, tanta, tantissima Pratica.

Altrimenti, è un accumulo che finisce per intasare il “magazzino” creando un mucchio di confusione, senza permetterti di orientarti, scegliere, usare davvero.

Migliorare sulla chitarra nel senso più profondo (e più spendibile nella tua carriera di chitarrista: che tu voglia solo divertirti o farne un lavoro) significa dare a te stesso il tempo di assimilare con calma quello che impari.

 

Migliorare nella Teoria Musicale

Esempio: ti sembra di aver imparato l’Armonizzazione della Scala Maggiore in Triadi? Ok, bene. Ma prima di darlo per assimilato e passare oltre, fatti qualche domanda:

  • sono in grado di dire che tipo di accordo c’è su ciascun grado? Senza starci a pensare?
  • sono in grado di dire, per esempio, che accordo c’è sul quarto grado di La bemolle? Al volo!
  • sono in grado di dire, per esempio, da dove può arrivare un accordo di Fa diesis minore??
  • sono in grado di analizzare al volo un giro di accordi in tonalità maggiore in termini di gradi?
  • e sono in grado di trasportare un giro da una tonalità a un’altra senza problemi?

Cinque domande. Mica è tutto qui, eh! Ma sicuramente se nemmeno riesci a rispondere con un grosso “SÌ!”  a queste, insomma, sei proprio sicuro che sia il caso di andare avanti a accumulare altre informazioni? Non credi che finiranno per incasinare ulteriormente il tuo “hard disk”?!?

 

Migliorare nella Tecnica

Esempio: ti sembra di riuscire a eseguire la Scala Maggiore 3 note per corda in salti di terza? Bravo, così si fa! Però, prima di darlo per assimilato e passare oltre, fatti qualche domanda:

  • sono in grado di tenere l’angolazione del plettro sempre coerente per stabilizzare il suono?
  • sono in grado di mantenere la punta del plettro vicina alle corde, senza movimenti eccessivi?
  • sono in grado di mantenere le dita della mano sinistra morbide e rilassate, senza tensioni?
  • sono in grado di controllare il relax generale di mandibola, spalla, schiena, addome, cosce?
  • sono in grado di mantenere una precisione ritmica solida-come-una-roccia?
  • sono in grado di mantenere una perfetta omogeneità dinamica, senza picchi di volume random?
  • sono in grado di visualizzare l’esecuzione senza chitarra alla velocità che voglio ottenere?

Anche qui, poche domande, sicuramente NON esaustive (c’è molto di più da tenere sotto controllo: molto, molto di più). Ma appunto, se nemmeno questo riesce a essere sotto controllo, davvero ha senso sovraccaricare le mani di nuove sfide? Mmh

 

Migliorare nell’Improvvisazione

Esempio: ti sembra di saper improvvisare sul Modo Dorico? Ok, bene. Ma prima di darlo per assimilato e passare oltre, fatti qualche domanda:

  • sono in grado di Cantare un modo dorico? A voce, proprio.
  • sono in grado di Riconoscere un modo dorico in un brano? A orecchio.
  • sono in grado di Visualizzare il modo dorico in una tonica qualsiasi su tutta la tastiera?
  • sono in grado di Immaginare Frasi nel modo dorico e suonarle all’istante?

Ancora una volta: quattro domandine piccole, apparentemente innocue. Ma capisci da solo che senza avere sotto controllo questi aspetti così cruciali non è precisamente saggio rincorrere scale su scale che avrai più o meno imparato a diteggiare senza poi riuscire a usare davvero quando sei sul palco… Sono punti chiave, perbacco, e ora che ci pensi probabilmente sono persino ovvi (come si può immaginare di fare musica seriamente senza queste precondizioni?), e invece…

 

E quindi? Come migliorare sulla chitarra?

Sicuramente il “Progresso in Avanti” è importante, non puoi passare tutta la vita sulle stesse quattro cose. Cioè: puoi anche, ma che palle, insomma: il bello della Musica è (anche) che non finisce mai, ti permette e ti invita a esplorazioni continue, non puoi mai dirti “arrivato”, mai.

Però…

Però, proprio perché noi amiamo la Musica, non ci accontentiamo di “una botta e via”, quell’approccio compulsivo e bulimico non ci interessa: noi vogliamo Profondità, vogliamo Controllo, vogliamo che ogni particella di informazione diventi parte di noi, muscoli, ossa, polmoni del Chitarrista che siamo, per diventare il Chitarrista che vogliamo essere.

Proprio per questo, è importante che quando ci viene la tentazione di spostarci su qualcosa di nuovo, di “passare oltre”, di dire “ok, questo lo so”, facciamo grandissima chiarezza: davvero è il caso di “passare oltre”? Davvero davvero? O in questo momento è più importante lavorare su un “Progresso in Profondità”?

Essere seguiti da un maestro, una guida, un mentore ha senso proprio per questo: ti aiuta (se è in grado… ahem…) a costruire il tuo percorso nella Musica in profondità, a riconoscer le tue debolezze e i tuoi punti di forza, a sviluppare una CheckList per ogni “area”, per imparare a diventare progressivamente più indipendente…

Se intanto vuoi approfondire i fondamenti di una Pratica chitarristica al Top (anzi, di una… TurboPRATICA!) richiedi il libro che cambierà per sempre il modo in cui spendi il tuo tempo sulla chitarra –  è in OMAGGIO, non sto cercando di venderti niente 😉

 

Chitarra in mano, 
buona praxis!

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