Improvvisazione & Chitarra: che cosa vuol dire improvvisare?

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Improvvisazione e chitarra.

Iniziamo oggi una serie di appuntamenti che ci porteranno a costruire un percorso quotidiano di allenamento per Tecnica, Improvvisazione, Ear Training, Scale & Arpeggi, Armonia.

Che cosa vuol dire Improvvisare?

Quando parliamo di improvvisazione, ciascuno ha una propria storia, una propria esperienza, propri ascolti… e spesso anche una propria idea personale di che cosa voglia dire.

Se sei abituato a suonare in un contesto prettamente rock, probabilmente la tua idea di improvvisazione è qualcosa tipo “prendi-la-scala-e-via!” (di solito, la pentatonica)…

… se invece hai provato a studiare jazz o “fusion”, magari ti sei trovato davanti a una serie di formule che sembrano più vicine a un laboratorio di chimica che a una libera espressione della tua creatività…

… in ogni caso, ci sono ottime chance che tra quello che sei in grado di immaginare e quello che poi esce effettivamente fuori dall’ampli… qualche differenza ci sia, vero?

Per cominciare, quindi, torniamo alla domanda iniziale: che cosa vuol dire “improvvisare”?

Fondamentalmente è semplice:

«suonare in tempo reale qualsiasi idea musicale ti passi in mente»

Fine.

Davvero, non è più difficile di così.

Certo, neanche più facile.

Di base, è un processo in 3 fasi:

  1. hai una Musica in mente;
  2. sai esattamente quali movimenti compiere per realizzarla;
  3. sei in grado di realizzarli concretamente sulla chitarra.

Proviamo ad andare un po’ in profondità in ciascuno di questi 3 passaggi, perché molto spesso i chitarristi non hanno chiarissimo come funziona il processo, e a quel punto è inevitabile finire col ritrovarsi impacciati, annaspare senza capire bene dove sta il problema…

… e la conseguenza finale è che non si migliora mai, o si migliora troppo lentamente!

Fase 1: l’Immaginazione Musicale

È la fase creativa, quella dell’immaginazione musicale, la “fabbrica delle idee”: è qui che i tuoi ascolti e i tuoi studi si fondono come metallo incandescente che cola giù, fino alle mani del Grande Fabbro che come un dio greco darà forma a quel magma indistinto.

Come possiamo praticare questa fase? Come possiamo potenziarla, alimentarla, buttare nuovo metallo rovente da fondere?

In 2 modi:

  1. Ascolto.
    L’ascolto insaziabile, vorace, onnivoro.
    Se ascolti sempre le stesse cose che ti piacciono, sai cosa succede?
    Succede che inevitabilmente finisci per immaginare sempre le stesse cose.
    È un circolo vizioso: ascolti sempre le stesse cose, così immagini sempre le stesse cose, quindi suoni sempre le stesse cose, e via da capo, come sulla ruota del criceto…

  2. Studio.
    Lo studio attento, disciplinato, profondo.
    Nei ricordi scolastici magari “studiare” non la associamo all’esperienza di divertente del mondo, vero?
    E invece dovremmo: significa soltanto andare a fondo su una cosa che ti appassiona.
    Ragazzetti appassionati di calcio sanno tutto sulla loro squadra del cuore, tutto.
    Studiare signifca non solo “capire” quello che succede nella Musica che ami ascoltare, ma anche alimentare quello che tu stesso sarai in grado di immaginare.

Prenditi un po’ di tempo per qualche considerazione personale su questa fase:

  • Cosa stai facendo per potenziarla?
  • Stai ascoltando ogni giorno almeno una musica al di fuori della tua “comfort zone”?
  • In che modo potresti caricare nuovo “metallo fuso” nella tua officina?

Fase 2: la Connessione tra Immaginazione e Chitarra

È la fase più delicata e, paradossalmente, la più sottovalutata di tutto il processo.

Come se una volta che hai imparato “le scale” e hai la tecnica per suonarle…

… magicamente i due livelli si fondessero tra di loro così, senza far niente.

Vedi i grandi chitarristi che cantano quello che stanno suonando (anzi, corregge il solito Howard Roberts: suonano quello che stanno cantando!) e sembra un dono-del-cielo, una benedizione speciale, qualcosa che a qualcuno è toccata in sorte e ai comuni mortali, poverini, no.

La verità è che si tratta di una capacità assolutamente normale. Solo che, come tutte le capacità (persino quelle che consideriamo istintive, come parlare o camminare)… va praticata!

Eliminare ogni “latenza” tra la tua Immaginazione Musicale e la tua Esecuzione.

Non è ancora questione di Tecnica, quella viene dopo: ci sono chitarristi con idee meravigliose e una tecnica eccellente, che però si ritrovano a suonare sempre le stesse cose… perché? Cosa gli succede? Come funziona?

Quello che succede è che devi avere una Consapevolezza Intuitiva di dove mettere le mani per realizzare le tue Idee Musicali.

Quando parli, non hai bisogno di pensare a come dover muovere labbra, guance e lingua per realizzare le parole che hai in mente… e ti sembra una cosa “normale”, ma solo perché non ti ricordi la fatica immane che hai fatto da bambino per arrivare a questo risultato!

Ore e ore di pratica, ogni giorno. Questo ti ci è voluto per parlare “spontaneamente”!

Il nostro obiettivo qui è lo stesso: “parlare Musica”, attraverso la Chitarra.

Prenditi un po’ di tempo per qualche considerazione personale su questa fase:

  • Cosa stai facendo per potenziarla?
  • Quello che suoni riesci a visualizzarlo (= mimare+cantare) senza chitarra in mano?
  • Stai cantando regolarmente ogni singola nota che suoni sulla chitarra?

Fase 3: la Tecnica

American musicians Steve Vai (left), on guitar, and Frank Zappa (1940 – 1993) perform on stage at the Palladium, New York, New York, October 31, 1981. (Photo by Gary Gershoff/Getty Images)

Tecnica, tecnica, tecnica!

Che te ne fai di avere delle idee fantastiche, e magari sapere pure come dovresti fare per eseguirle, se poi… non sei materialmente in grado di suonarle davvero?!?

Certo, potresti fare il compositore. Oppure fare come Frank Zappa, che quando aveva idee troppo avanti rispetto alle proprie capacità… chiamava Steve Vai a suonarle al posto suo!

Ma se vuoi essere un Chitarrista, beh: devi saper suonare la chitarra!!

Alla fine la “Tecnica” è questo:

non avere limiti di esecuzione per la Musica che riesci a immaginare.

Messa così, peraltro, cadono anche tutte le presunte contrapposizioni che avvelenano le discussioni tra chitarristi, tipo “Tecnica vs Feeling”, “Virtuosismo vs Musicalità”, cose così.

Quando riportiamo la Tecnica al suo ruolo originario (la capacità materiale di suonare quello che ti pare), ecco che tutti quei discorsi evaporano immediatamente nella loro inconsistenza.

Quando improvvisi, poi, la tua Tecnica deve essere ancora più pazzesca di quando esegui Musica preparata, perché un conto è suonare in maniera impeccabile qualcosa che hai praticato nota-per-nota con rigore e calma e tempo…

… un altro conto è dover avere la prontezza tecnica di eseguire al volo qualsiasi idea ti stia passando in mente nel momento stesso in cui la stai pensando!

Capisci bene che siamo su livelli di difficoltà mostruosamente più complessi da gestire…

Prenditi un po’ di tempo per qualche considerazione personale su questa fase:

  • Cosa stai facendo per potenziarla?
  • Riesci a suonare al volo qualsiasi idea ti venga in mente?
  • Quando pratichi la Tecnica, lo fai in un modo che sia poi utile per quando improvvisi?

Quindi?

Questo non è un articolo semplicemente “introduttivo”, vorrei che tu adesso facessi qualche esercizio pratico.

Per esempio… rispondere alle domande che abbiamo visto in fondo a ciascuna Fase.

Prenditi del tempo per riflettere e rispondere, meglio se per iscritto. Dal prossimo appuntamento andremo sul concreto, prenderemo la chitarra in mano. Ma se non lavori prima un po’ su di te, beh, è come pensare di metterti alla guida di una monoposto di Formula 1… senza essere un pilota!

C’è un solo esito possibile: schiantarti.

Ecco, per evitare di schiantarti, prova a fare un po’ di autoanalisi (autodiagnosi) per capire bene a che punto sei su ciascuna delle 3 Fasi, i tuoi punti di forza, quelli su cui ti senti più indietro…

… e in che modo potresti migliorare.

Chitarra in mano,
buona praxis!

il coccia

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